
La bolletta. Che sia gas o luce poco importa, il solo nominarla fa alzare gli occhi al cielo. Condanna inevitabile di chiunque gestisca o utilizzi una proprietà, molto spesso è correlata di voci incomprensibili, sigle, numeri fantascientifici, percentuali ignote e diciture intraducibili.
Ma da cosa dipende davvero il suo costo?
Secondo la norma UNI/TS 11300, il fabbisogno energetico (sia che si tratti di un singolo appartamento che di un intero edificio) deve essere calcolato stimando le quote fisse dovute al cosiddetto consumo “involontario” e quelle a consumo volontario, ovvero dovute al reale utilizzo energetico.
Ma come vengono stimate tali quote? Attualmente, la diagnosi energetica è l’unica procedura sistematica che ci permette di effettuare una precisa analisi dei fabbisogni e quindi un’accurata ripartizione della spesa energetica.
La diagnosi è dunque obbligatoria per i condomini con impianti centralizzati al fine di calcolare il fabbisogno di ogni singolo appartamento e la conseguente ripartizione delle spese, ma anche per tutti gli edifici residenziali per i quali si debba scegliere tra diverse soluzioni energetiche (come ad esempio un impianto centralizzato dotato di caldaia a condensazione oppure con pompa di calore elettrica o a gas, eventuali installazioni di pannelli solari, un impianto centralizzato di cogenerazione o una stazione di teleriscaldamento efficiente).
Per quanto riguarda invece gli edifici non residenziali, la diagnosi energetica è obbligatoria nel caso in cui si decida di installare un sistema di gestione automatica degli impianti conforme al livello B della norma EN 15232.
Nel caso della stima del costo del riscaldamento di un singolo appartamento, possiamo avere due esempi di diagnosi energetica: il primo consentito dall’applicazione di contatori a lettura diretta, il secondo dall’applicazione di ripartitori su ciascun corpo scaldante.
Secondo la norma UNI EN 15459, nel caso in cui (per motivi economici o tecnici) non fosse possibile procedere con una di queste due metodologie, tali casi devono essere riportati tramite un’apposita relazione tecnica dal progettista o dal tecnico abilitato.
Per concludere, possiamo dire che una buona diagnosi energetica non solo ci consente di avere la stima dei costi più accurata possibile ma risulta fondamentale per trovare soluzioni di risparmio energetico, che andranno a incidere notevolmente sul costo finale della tanto temuta bolletta.
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