Ultimamente, causa lockdown e forzata clausura in casa, sono molte le persone che, trovandosi costrette a dover affrontare una convivenza forzata con uno o più membri della famiglia, hanno sognato di avere anche solo una piccola stanza in più, dove poter passare qualche ora indisturbati, senza essere costantemente esposti agli occhi e alla presenza di altre persone.
È possibile che i più fortunati abbiano infatti a disposizione una o più stanze all’interno dell’abitazione che non assolvono ad un compito preciso, che non sono adibite a nessun vero e proprio utilizzo specifico ma vengono piuttosto usate – nella maggior parte dei casi – come stanze “jolly”, angoli di casa in cui stipare oggetti dalla dubbia collocazione, spazi di smistamento provvisorio, oppure – a seconda dell’occasione – diventano stanze per l’allenamento, la meditazione, sale giochi, sale da “binge watching” compulsivo di Netflix, uffici per lavoro domestico o, ancora, “tane da uomo” (man cave) o cabine armadio per donne…
Questi spazi speciali hanno sempre fornito un ottimo gancio di marketing per le inserzioni immobiliari, perché il futuro acquirente ne ha sempre colto il potenziale utilizzo personalizzabile.
E anche adesso, quando è comunque probabile che gli acquirenti si concentrino di più sull’accessibilità economica e sull’efficienza dei loro ambienti domestici, questi spazi dall’utilizzo flessibile o le cosiddette “stanze bonus” possono essere la chiave del successo di una vendita o di un acquisto per molti acquirenti che hanno bisogno di aree che possono essere utilizzate per molti scopi differenti.
Per quanto riguarda le inserzioni, non è sempre facile descrivere questi spazi in modo da valorizzarli e da non farli percepire come inutili: alcuni acquirenti preferiscono fare affidamento sulla propria immaginazione piuttosto che essere influenzati da un nome specifico o un’etichetta preimpostata. Per questo, è bene prestare molta attenzione al linguaggio con cui ci si rivolge agli acquirenti per garantirsi una più ampia possibilità di vendita.
L’importanza del “non-nome”
Perfino spazi apparentemente senza tempo come il venerabile “salotto” possono lasciare spazio a nuove parole che li descrivono, come “stanza comune“, che connota un uso più sociale dello spazio. Oppure la “suite del proprietario” a sostituzione della camera da letto padronale, dal tono più arcaico. Molte società di costruzione hanno addirittura già iniziato ad apportare queste modifiche alle proprie planimetrie.
Cambiando i nomi di stanze specifiche con termini dalla connotazione più ampia, ci si predispone alla possibilità che una vendita posso interessare più persone.
Negli ultimi anni si è persa l’usanza di “etichettare” una stanza in modo specifico in base a suo utilizzo. Per esempio, le “sale multimediali” che presero piede alla fine degli anni ’80, adibite all’utilizzo di videogame o televisori e dispositivi VHS, hanno perso importanza poiché i dispositivi mobili consentono sempre più lo streaming di film e programmi TV ovunque.
L’avvento della sala per lo yoga o dello studio di meditazione alla fine degli anni 2000 ha suscitato molto interesse quando le persone si sono concentrate maggiormente sul benessere, ma molti hanno scoperto che l’aspetto sociale dell’allenamento in una palestra pubblica o in un fitness club supera i benefici di una sala dedicata a casa proprio.
Questo ci fa capire come è sempre meglio non assegnare un nome specifico ad ambienti dall’utilizzo molto versatile ma è bene lasciare all’acquirente la possibilità di predisporli a seconda delle sue esigenze.
L’ufficio in casa
Gli uffici domestici richiedono flessibilità. Anche la maggior parte delle persone che di solito si recano in un ufficio fuori casa per lavorare, è probabile da adesso debbano continuare a lavorare anche in remoto (secondo l’attuale denominazione: smart working). Nell’era del Wi-Fi e dell’ufficio senza carta, alcuni potrebbero tecnicamente non aver bisogno nemmeno di una scrivania. Tuttavia, alcuni acquirenti sono ancora alla ricerca di uno spazio di lavoro dedicato nella casa che vogliono comprare.
Man mano che la videoconferenza ad alta definizione 5G guadagnerà terreno, alcuni acquirenti vorranno avere uffici domestici sempre più esteticamente gradevoli, così come molti acquirenti giovani stanno già iniziando a chiedere specifici spazi per un “home office”. Questi lavoratori, spesso con conoscenze e posizioni creative, hanno bisogno di uno spazio dedicato e silenzioso per aumentare la loro produttività.
Unità abitative accessorie
Un altro aspetto da considerare è che diverse generazioni hanno a lungo beneficiato di case con spazi abitativi adattabili a seconda della crescita familiare e con essa delle sue esigenze. Oggigiorno abbiamo un record di 23 milioni di persone che vivono con due o più generazioni di adulti sotto lo stesso tetto. La famiglia allargata è un fenomeno che, insieme alle sfide legate all’accessibilità degli alloggi, sta anche alimentando il boom delle unità abitative accessorie, in cui un’unità abitativa viene aggiunta a una proprietà già esistente per fare spazio agli inquilini o ai membri della famiglia aggiuntivi.
Tuttavia, poiché è possibile che molti acquirenti non abbiano l’immaginazione per capire come degli spazi “flessibili” potrebbero funzionare per molteplici scopi, considera anche la possibilità di menzionare specificatamente le potenzialità di utilizzo di una stanza elencandole per punti all’interno dell’inserzione. Questa opzione è valida anche solo per piccole parti o angoli di un’unica stanza, ad esempio, un angolo di un salotto potrebbe essere allestito come un ufficio domestico o come area per i compiti dei bambini.
Insomma, avere a disposizione degli spazi sfruttabili in modi diverso è sicuramente un grosso punto a tuo favore quando deciderai di vendere.
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