
Se in tutta l’Unione Europea l’escalation dei prezzi delle case sta subendo un rallentamento, nonostante le crescita, il mercato interno è in controtendenza.
La conferma della difficoltà del mercato residenziale italiano dal punto di vista delle quotazioni arriva da un report di Standard and Poor’s, che prevede come “i prezzi delle case nel prossimo biennio continuino a crescere seppure a un passo più lento di quello tenuto fino ad ora”.
A chiudere la classifica, tra i dieci mercati immobiliari presi in considerazione dall’agenzia di rating, c’è l’Italia, “sarà il solo a sperimentare un calo dei prezzi quest’anno e nel 2020”, con cali rispettivamente dello 0,9% e dello 0,4%. Con il segno più che dovrebbe tornare solo dal 2021. Tra i mercati invece più in salute il report segnala Portogallo (+8% nel 2019) , Olanda (+6,5%), Spagna (+5,5%) e Germania (+5,3%). Quello ribadito da S&P è un calo che segue i segni meno già registrati nell’ultimo decennio, con intensità decrescente e una sostanziale stagnazione che dura ormai da qualche anno, e dove non mancano piazze in controtendenza come ad esempio Milano, dove il deprezzamento medio del valore nominale degli immobili si aggira su una percentuale intorno al 20-25%. Le rilevazioni effettuate dall’Istat, fanno registrare un calo di oltre il 17% dal 2010.
Ma l’anno in cui inizia la serie storica dell’istituto di statistica, appunto il 2010, è successivo alla crisi immobiliare “post Lehman Brothers”; e successivo, è bene non dimenticarlo quando si parla di trend dei valori immobiliari, al boom che si è registrato in nel Belpaese nei primi anni Duemila. Secondo S&P a frenare il mercato della casa è “l’indebolimento dell’economia”. Solo parzialmente compensato dalla politica monetaria accomodante della Banca Centrale Europea. Caso a parte è la Gran Bretagna, con Londra che nell’ultimo decennio ha macinato record di rialzi delle quotazioni: l’incertezza sulla Brexit “sta rallentando l’attività e l’espansione dei prezzi delle case”, che non dovrebbero crescere quest’anno per poi riprendersi nel prossimo biennio.
Tuttavia in caso di ‘No-deal’ Standard and Poor’s prevede un calo significativo di valori.
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